Da Wall Street alla Svizzera, «la bolla più grande e pericolosa di tutti i tempi»


La bolla speculativa intorno all'AI è considerata di rischio estremo dai mercati finanziari, anche più delle guerre. Le casse pensioni svizzere sono al sicuro?
La bolla speculativa intorno all'AI è considerata di rischio estremo dai mercati finanziari, anche più delle guerre. Le casse pensioni svizzere sono al sicuro?
ZURIGO - Un'ondata di timori scuote i mercati finanziari globali, che temono un crollo di quello azionario. Il motivo? Non sono i dazi di Trump e nemmeno l'inflazione. Lo spauracchio degli investitori è rappresentato dalla bolla speculativa legata all'intelligenza artificiale. Questa preoccupazione, definita da alcuni esperti in un sondaggio della Bank of America come il «rischio estremo più grande», supera persino l'incertezza dovuta alle tensioni geopolitiche, guerre incluse.
Al tema il Blick dedica un approfondimento, partendo da grandi nomi. Come quello di un preoccupato Jeff Bezos, secondo cui non si riesce più a distinguere tra idee buone e cattive, oppure quello dell'analista britannico, Julien Garran che parla della «bolla più grande e pericolosa di tutti i tempi», stimando un'entità di cattivi investimenti 17 volte superiore a quella della bolla delle dot-com degli anni '90. Insomma, sembra essercene abbastanza per provare a capirne di più.
A cominciare da noi, in Svizzera, dove le preoccupazioni non vengono certo prese sotto gamba. Matthias Geissbühler, Direttore Investimenti di Raiffeisen Svizzera, ha confermato al Blick che «ci troviamo in una bolla dell'intelligenza artificiale», sottolineando come le valutazioni di alcune aziende siano «talvolta superiori a quelle che abbiamo visto al culmine della bolla delle dot-com».
Le casse pensioni svizzere sono al sicuro? - L'esempio di Nvidia, con una capitalizzazione di mercato di oltre 4,4 trilioni di dollari, evidenzia l'enorme «fantasia» contenuta nei prezzi delle azioni del settore AI. Nonostante la potenziale correzione del mercato, Geissbühler rassicura sulla situazione dei fondi pensione svizzeri perché, grazie a un'ampia diversificazione, una correzione significativa sarebbe «generalmente gestibile».
La quota azionaria complessiva dei fondi pensione si aggira intorno al 30%, con meno della metà investita in azioni statunitensi, portando la quota azionaria statunitense a un massimo del 10-15% del patrimonio totale. Ergo, i fondi pensione sono «sufficientemente protetti per attutire anche le principali correzioni del mercato azionario», grazie a misure compensative, riserve di fluttuazione e tassi di copertura medi intorno al 118%.
Non c'è motivo di farsi prendere dal panico - «Il cuscinetto è quindi ben riempito», afferma ancora Geissbühler, indicando che non c'è motivo di farsi prendere dal panico. Ma c’è di più. La Svizzera, a differenza degli Stati Uniti, non ha una forte cultura azionaria, il che significa che una caduta del mercato azionario avrebbe conseguenze meno fatali per gli investitori privati. Geissbühler traccia parallelismi con la bolla delle dot-com, dove, nonostante Internet abbia poi prevalso, l'indice tecnologico statunitense Nasdaq 100 perse circa il 70% del suo valore nel giro di due anni.
Dunque, conclude il Blick, anche se l'AI dovesse ottenere le migliori prestazioni e modificare le nostre vite a lungo termine, ciò non esclude che il mercato potrebbe comunque surriscaldarsi nel breve termine, perché la primordiale paura di un crollo è una costante dei mercati finanziari.