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PAOLO BALZARI

Quartiere Officine: un progetto senz’anima che dimentica la città

Speculazione, memoria cancellata e negozi destinati al vuoto
Paolo Balzari
Quartiere Officine: un progetto senz’anima che dimentica la città
Speculazione, memoria cancellata e negozi destinati al vuoto

Il nuovo Quartiere Officine promette modernità e sostenibilità. Ma la sostanza è un’altra: memoria compressa, assetti proprietari opachi, spazi commerciali senza strategiaurbana. Nel 2023, il rapporto di minoranza di Brenno Martignoni Polti segnalava il rischio di una “cambiale in bianco”: contributo pubblico (MM 121, CHF 20 mio nel 2018) già versato, ma proprietà, ricavi e cessioni a terzi non chiarite; un “patto d’acciaio” Cantone–FFS–Comune che condiziona le scelte della città.

Già nel 2020, su La Regione, Martignoni definiva il disegno un’”effimera astronave”: scenografia senza missione pubblica.

La sentenza del TRAM ha poi annullato la decisione del Consiglio comunale sul Piano particolareggiato, anche per insufficienze sugli aspetti finanziari. La politica cittadina ha “fatto quadrato” e ha detto di “prendere atto” mantenendo la rotta.

Ma restano le domande: chi possiede cosa? chi incassa cosa? quale utilità pubblica vincolante?

Intanto si ipotizzano nuovi negozi mentre in viale Stazione si moltiplicano le serrande abbassate. Prima delle nuove aperture serve riportare vita nel centro: turismo, eventi, manifestazioni, cultura. Senza persone, ogni vetrina è un involucro.

Quando la politica dimentica la città, tocca ai cittadini ricordargliela.

Timeline 2018–2025

• 2018 – La Città approva MM 121 e versa CHF 20 milioni per il trasferimento delle Officine a Castione.

• 2020 – L’ex sindaco Brenno Martignoni Polti critica pubblicamente il progetto ("l'effimera astronave").

• 2023 – Rapporto di minoranza: 'cambiale in bianco', mancanza di trasparenza, patto Cantone–FFS–Comune.

• 2025 – Sentenza TRAM annulla la decisione del Consiglio comunale sul Piano particolareggiato.

Punti chiave del TRAM

• Mancanza di completezza negli atti e nelle informazioni finanziarie.

• Difetti procedurali nella valutazione delle varianti di Piano particolareggiato.

• Necessità di riesaminare il progetto con criteri di trasparenza e utilità pubblica.

Estratti del Rapporto di minoranza (2023)

«Questo primo passo costituisce un’irrevocabile scelta di campo, da cui diventerà difficile scostarsi».

«Un via libera a scatola chiusa significherebbe esprimere un consenso in bianco, con ripercussioni future incalcolabili».

«Tutto questo stride contro un utilizzo esclusivamente pubblico (formazione, ricerca, lavoro e cultura), che andrebbe affermato a chiare lettere».

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