Ora solare: meglio il sonno o l'economia?

Pro e contro del cambio in programma nel fine settimana
SAVOSA - Nella notte tra sabato 25 e domenica 26 ottobre scatta, come ogni autunno, il passaggio dall'ora legale a quella solare. Le lancette degli orologi si sposteranno un'ora indietro (dalle 3.00 alle 2.00) e bisognerà aspettare il 29 marzo 2026 per il nuovo cambio dell'ora.
In realtà, da anni si parla di un'abolizione di questa alternanza e nei giorni scorsi è stata la Spagna a proporre all'Unione europea di adottare un orario unico a partire dal 2026. Il governo guidato da Pedro Sánchez considera obsoleta la pratica, alla luce dell'evoluzione della tecnologia, delle abitudini sociali e dell'economia. Un'ampia percentuale di spagnoli (il 66%) sarebbe favorevole.
L'alternanza è entrata ufficialmente in vigore in Svizzera dal 1981, dopo una bocciatura popolare nel 1978. I suoi fautori sottolineano i benefici economici e ambientali: lo sfruttamento della luce naturale comporta un risparmio energetico ed economico, che si traduce sia in minori emissioni di CO2 sia in vantaggi per la salute - in termini di maggiore produzione di vitamina D e possibilità di compiere attività all'aria aperta.
C'è però chi si focalizza su un altro aspetto e propende per l'ora solare. Una revisione sistematica di 27 studi disponibili sull'argomento, condotta dal Centro di medicina del sonno dell’Irccs Neuromed di Pozzilli (Isernia), in collaborazione con Università di Pavia, Fondazione Mondino, Consiglio Nazionale delle Ricerche, Università UniNettuno e Università di Genova, «mostra come i cambi stagionali dell’orologio incidano sulla qualità del riposo, soprattutto in primavera».
A dirlo è Andrea Romigi, neurologo del Neuromed, intervistato da Qds.it. «Si tratta di effetti in genere transitori, ma che, se ripetuti ogni anno, possono contribuire a un disallineamento tra i ritmi biologici e quelli sociali. Capire questi meccanismi è essenziale per orientare politiche sanitarie e sociali più rispettose della fisiologia del sonno».
Il tema della qualità del sonno è diventato molto importante negli ultimi anni, specialmente dopo i problemi causati dai lockdown derivanti dalla pandemia di coronavirus. Il ritorno all'ora solare in autunno è una buona notizia, secondo i ricercatori, «con un temporaneo aumento delle ore di sonno».
Gli scienziati avvertono: gli studi compiuti finora hanno esaminato campioni ridotti e gli strumenti di rilevazione non sono del tutto comparabili, anche per le metodologie differenti. Non un punto di arrivo, quindi, ma di partenza. «Questo tipo di indagini potrà offrire un supporto concreto a decisioni di politica pubblica che tengano conto non solo di criteri economici e organizzativi, ma anche della salute e del benessere delle persone».











