«Più costi e più lavoro. E a chi interessano le calorie contenute nel vino?!»

C’è malumore tra i produttori di vino ticinesi. All’orizzonte si prospetta infatti l’obbligo di riportare sull'etichetta le informazioni nutrizionali dei vini.
BELLINZONA - Lo sapevate che una bottiglia di vino, in termini di calorie, equivale a un’intera tavoletta di cioccolato? Probabilmente no.
Già perché in Svizzera per gli alcolici, vini in primis, non esiste l’obbligo di indicare sull’etichetta i valori nutrizionali. Ma presto le cose potrebbero cambiare.
Nell’Unione Europea, infatti, l'obbligo di etichettatura è in vigore già da fine 2023, e per il nostro Paese è in vista un aggiornamento dell'accordo agricolo con l’UE. Aggiornamento, questo, che dovrebbe portare a un allineamento delle nostre normative.
Si tratterebbe però di un cambiamento forzato, considerato che in passato il nostro Parlamento aveva già bocciato delle proposte in tal senso. Tra i produttori di vino rossocrociati, dunque, serpeggia il malcontento. E il Ticino non è da meno.
«Ma realmente interessa?!» - «Nel settore tutto quello che richiede lavoro burocratico aggiuntivo non viene mai accettato molto bene», ci dice Andrea Conconi, presidente dell’Interprofessione della vite e del vino ticinese (IVVT). «Va detto, poi, che il più delle volte informazioni come calorie e ingredienti vengono chieste dalle associazioni dei consumatori o dai giornalisti, ma alla fine mi domando quanto realmente interessino al grande pubblico. Magari i giovani sono più salutisti, ma io a 65 anni posso dire che le calorie non le leggo mai»
Mano al portafoglio - E a preoccupare sono i costi. «Saranno necessarie delle nuove etichette, che dovranno riportare un QR. Il codice rinvierà poi a un sistema elettronico che indicherà le calorie del vino, gli ingredienti, il tenore alcolico, eccetera. Bisognerà inoltre tenere aggiornate queste informazioni, perché da un’annata all’altra i dati possono variare».
Il cambiamento, oltretutto, andrebbe a toccare la stragrande maggioranza dei produttori. «Soltanto l’1,5% del vino svizzero viene esportato, quindi sono in pochissimi a essersi già adeguati a queste normative», sottolinea Conconi. «Ci sono tante piccole e medie imprese per cui questa novità, in termini di costi, avrà un peso non indifferente. Senza contare che il settore in questo momento sta già perdendo terreno, perché si beve sempre meno vino».
Vino=cioccolato? «No» - E per Conconi il paragone tra bottiglia di vino e tavoletta di cioccolato (entrambe contenenti tra le 550 e le 650 calorie), non tiene. «È un confronto che non ha senso, perché noi siamo sempre dell’idea che il vino va bevuto con moderazione. Una persona non dovrebbe bersi da sola una bottiglia intera, perché il vino è convivialità, va bevuto in compagnia. C’è da dire poi che oggi sono poche le persone che ancora bevono vino a cadenza giornaliera: i giovani si limitano ai fine settimana. C'è dunque già in atto una diminuzione del consumo e di conseguenza dell'apporto calorico che si assume».
«E le birre? E gli altri alcolici?» - L’auspicio, per Conconi, è che comunque ci sia equità. «Se questa norma dovesse essere introdotta è giusto che tocchi anche le birre e tutti gli altri alcolici». Al momento, però, l’obbligo nell'Unione Europea si limita al vino, anche se la Commissione europea ha annunciato che valuterà un’estensione ad altre bevande alcoliche.











