Sempre più pubblico per i diritti umani


Convince il format dell'edizione 2025 del FFDUL, che si è concluso poche ore fa
Convince il format dell'edizione 2025 del FFDUL, che si è concluso poche ore fa
LUGANO - Un pubblico numeroso e attento ha preso parte agli otto giorni di programmazione del Film Festival Diritti Umani Lugano (FFDUL), che si è concluso poche ore fa. Il format scelto dagli organizzatori convince, come dimostra l’aumento delle presenze nonostante le tre giornate in meno rispetto alla precedente edizione, così come il coinvolgimento di oltre 3000 giovani delle scuole ticinesi alle proiezioni dedicate.
«In un momento come questo continueremo a cercare di fare rete e comunità, attraverso i film, anche dopo l’edizione, convinti che le opere presentate al festival meritino di avere un percorso più ampio e diano forza alla riflessione e alla lotta per i diritti umani», hanno dichiarato i co-direttori Antonio Prata e Margherita Cascio.
«Per la dodicesima volta il FFDUL ha posto lo schermo del cinema al centro di un’estesa e articolata riflessione sui Diritti Umani. Attraverso i film, i dibattiti e le testimonianze, abbiamo potuto capire che mai come oggi la dignità umana e la libertà individuale sono messe in discussione dalla polarizzazione delle visioni politiche e dalla deriva autocratica che sta sovvertendo i valori delle nostre democrazie» ha aggiunto Roberto Pomari, Presidente Film Festival Diritti Umani Lugano. «Ecco quindi che il FFDUL si pone come un momento privilegiato d’incontro e di scambio, grazie anche alle varie attività collaterali che di anno in anno si completano, allargandosi a vari spazi del contesto culturale luganese. In particolare va sottolineata la collaborazione con l’USI, con la Fondation Hirondelle e con l’Istituzione Svizzera per i Diritti Umani che hanno aperto delle prospettive di sviluppo del FFDUL quale piattaforma di dialogo sui Diritti Umani».
Tra i numerosi ospiti spicca senz'altro Garin Nugroho, il regista indonesiano che ha ricevuto il Premio Diritti Umani per l’Autore. «Attraverso questo festival, grazie all'arte, in questo caso il cinema, siamo insieme per lottare continuamente per i diritti umani. Infatti, tutte le forme d'arte toccano i nostri cuori e le nostre menti a modo loro, promuovendo speranza, saggezza, empatia, compassione, dialogo e riflessione critica sulla situazione umanitaria globale sempre più allarmante».
Anche per questa terza edizione, il Concorso internazionale di lungometraggi ha proposto 8 film selezionati tra circa 300 titoli: storie di lotta e di sopravvivenza, di resistenza e di sfide per creare un mondo migliore. ll Premio della Giuria è stato assegnato, sabato 18 ottobre, a "Letters from Wolf Street" di Arjun Talwar, ritirato dal produttore del film Gregor Streiber. La giuria ha deciso di assegnare, inoltre, una menzione speciale a "My Dear Théo" di Alisa Kovalenko, mentre il Premio ONG assegnato quest’anno da Amnesty International Svizzera è stato vinto da "How to build a library" di Maia Lekow e Christopher King. Infine, il Premio del pubblico promosso dalla Città di Lugano con la collaborazione di BancaStato è stato consegnato a "Promis le ciel" di Erige Sehiri.