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LUGANO

«Solidarietà per la Palestina. E non è una posizione politica»

Anche il collegio docenti del Liceo Lugano 1 prende posizione sul dramma di Gaza.
Tipress (archivio)
Fonte Collegio docenti Liceo Lugano 1
«Solidarietà per la Palestina. E non è una posizione politica»
Anche il collegio docenti del Liceo Lugano 1 prende posizione sul dramma di Gaza.

LUGANO - «Restare in silenzio equivarrebbe a rinunciare alla natura stessa della nostra professione». A dirlo, in una presa di posizione pubblica, è il collegio dei docenti del Liceo Lugano 1, che esprime solidarietà nei confronti della popolazione palestinese e di tutte le vittime del conflitto.

La presa di posizione, indirizzata a Consiglio di Stato, Parlamento e Commissione formazione e cultura, segue quelle della Scuola media di Viganello e del Liceo Lugano 3.

Immagini che scuotono - «Le immagini e le notizie che giungono da due anni dal Medio Oriente suscitano in tutti noi domande radicali sul valore che attribuiamo alla vita umana, sulla coerenza delle istituzioni democratiche rispetto ai principi fondamentali e sul ruolo educativo della scuola», scrivono i docenti.

«Il Rapporto del 16 settembre 2025 della Commissione internazionale indipendente d’inchiesta sui territori palestinesi occupati delle Nazioni Unite afferma che, in base agli elementi raccolti, "le autorità israeliane e le forze di sicurezza israeliane hanno commesso e continuano a commettere atti di genocidio contro i palestinesi nella Striscia di Gaza […]". Contestualmente, il riconoscimento ufficiale dello Stato di Palestina da parte di 1 nuovi Paesi - oggi 157 su 193, vale a dire l’81% degli Stati membri dell’ONU - rappresenta un segnale di grande rilevanza che ripropone con forza il principio dell’autodeterminazione dei popoli e riapre una prospettiva di pace fondata sul diritto e sulla sicurezza reciproca».

Parlarne, anche in classe - Tutto ciò, viene sottolineato, «ha concorso a maturare una consapevolezza che cresce anche nel nostro Cantone e che la scuola, come istituzione educativa e civica, non può ignorare. La libertà di insegnamento costituisce un diritto della collettività e assicura che la scuola resti un luogo di confronto, lontano da ogni forma di censura o propaganda. Affrontare i temi di attualità in classe con rigore, rispetto e apertura permette agli studenti e alle studentesse di partecipare attivamente e consapevolmente alla vita democratica. La scuola ticinese deve pertanto restare un presidio di libertà e pluralismo».

«Violazione sistematica dei diritti fondamentali» - «Come docenti, ci riconosciamo nel compito che la legge affida alla scuola: formare persone libere, capaci di pensiero critico e di empatia, educare alla convivenza democratica, alla pace e alla giustizia (art. 2 della Legge della scuola). Di fronte alla violazione sistematica di tutti i diritti umani fondamentali e all’immane catastrofe umanitaria che ne è seguita, vi è la responsabilità di promuovere la conoscenza, di favorire il dialogo e di fornire alle nostre allieve e ai nostri allievi chiavi di lettura che aiutino a decifrare la complessità del nostro presente».

Per il collegio docenti «non si tratta quindi di prendere una posizione politica, ma di riaffermare i diritti inalienabili alla vita e alla dignità umana. La nostra condanna va tanto agli efferati crimini commessi da Hamas il 7 ottobre 2023 contro civili israeliani, quanto alle devastazioni e alle sofferenze inflitte alla popolazione palestinese, perpetrate da operazioni militari che violano il diritto internazionale e umanitario».

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