Soli e in case troppo grandi: cresce lo spreco di spazio in Svizzera

Oltre la metà delle case unifamiliari resta sottoutilizzata da poche persone. Il vero spreco dell’emergenza abitativa svizzera.
BERNA - In Svizzera si parla sempre più spesso di penuria di alloggi, eppure una parte significativa del patrimonio abitativo rimane sottoutilizzata. Lo confermano i dati pubblicati dall’Ufficio federale di statistica (UST), secondo i quali alla fine del 2024 il Paese contava 1,8 milioni di edifici a uso abitativo, di cui oltre un milione case unifamiliari.
Case troppo grandi per pochi abitanti - Proprio queste ultime rappresentano il nodo principale: il 55% delle case unifamiliari è abitato soltanto da una o due persone, nonostante siano strutturate per famiglie di almeno quattro componenti. Un’abitazione standard misura circa 155 metri quadrati e dispone di cinque stanze e mezzo, ma gran parte dello spazio rimane inutilizzato. La tendenza non è nuova: negli anni ’70 solo il 40% delle case era sottoutilizzato, mentre dagli anni 2000 la percentuale supera la metà e continua lentamente a crescere.
L’impatto dell’invecchiamento - Il fenomeno - analizzato oggi sulle pagine della NZZ - è legato soprattutto all’invecchiamento della popolazione. Molti proprietari restano nelle loro abitazioni anche dopo che i figli se ne sono andati, occupando spazi sproporzionati rispetto alle esigenze. Oggi gli anziani abitano oltre un quarto delle case unifamiliari, un dato superiore al loro peso demografico complessivo. Secondo uno studio Raiffeisen, solo l’1,5% dei proprietari anziani cambia residenza ogni anno, mentre fra gli inquilini la quota sale al 3-4%, comunque inferiore alla media generale (9,3%).
Niente ondata di vendite dai “baby boomer” - Nonostante molti dichiarino di voler traslocare in abitazioni più piccole con l’età, nella pratica pochi lo fanno. Le alternative sono costose, spesso meno spaziose, e richiedono di lasciare il quartiere di sempre. Così, la temuta “ondata di vendite” da parte dei baby boomer non si è mai verificata: molte abitazioni rimangono occupate per decenni da una o due persone.
Spreco di metri quadrati - Il risultato è una distribuzione squilibrata: chi vive in case unifamiliari dispone in media di 55,4 metri quadrati a testa, un dato in crescita, mentre negli appartamenti multifamiliari la media si ferma a 43,4 e da anni non aumenta. Una sproporzione che pesa soprattutto sulle famiglie in cerca di spazio nei centri urbani.
Incentivi e soluzioni possibili - Nessuno propone di costringere gli anziani a traslocare, ma esperti e istituzioni suggeriscono incentivi mirati: scambi di abitazioni, sgravi fiscali, formule abitative intergenerazionali o la possibilità di suddividere legalmente le case unifamiliari in più appartamenti. Tuttavia, la vera chiave rimane la costruzione di alloggi pratici e accessibili, che rendano appetibile lasciare una casa troppo grande senza dover pagare di più per avere meno spazio.
Verso città più compatte - Una parziale inversione di tendenza è già in corso. La quota di abitazioni unifamiliari sul totale è scesa dal 29,2% del 2012 al 26,7% del 2024, grazie a un processo di densificazione: vecchie case lasciano spazio a edifici plurifamiliari, in grado di sfruttare meglio il territorio disponibile. Una trasformazione che, pur lenta, potrebbe contribuire a ridurre lo spreco abitativo e a offrire nuove opportunità in un mercato immobiliare sempre più sotto pressione.